Benessere che si declina non soltanto in termini di protezione e sicurezza ma di cura, promozione e sviluppo delle risorse personali e relazionali.
Risorse che potranno generarsi grazie alla rete delle relazioni che si svilupperà dentro e intorno alla struttura (si pensi alla contaminazione feconda che potrà essere avviata con gli altri ospiti de La Residenza, con le famiglie e con il territorio), grazie anche a una serie di progetti – personali o di gruppo – che gli stessi ospiti potranno concorrere a ideare e gestire in prima persona, in maniera partecipata.
Tutto questo è essenziale affinché la stagione più adulta del percorso personale sia vissuta all’interno de La Residenza come un tempo di vita, di vita piena e reale. In cui ciascuno possa continuare a sperimentarsi come protagonista del proprio cammino di apertura, di esplorazione e di evoluzione, di conoscenza di sé, degli altri e del mondo. Portatore consapevole di risorse e non soggetto passivo destinato ormai solo a trovare uno spazio di sosta, per quanto confortevole.
Anziani desiderosi di vivere in un contesto alberghiero riservato, protetto e stimolante.
Da questo tipo di approccio o di prospettiva possiamo derivare alcune parole chiave che ne determinano il significato e anche la sua traduzione sul piano operativo.
Crediamo sia importante investire sull’autonomia degli ospiti de La Residenza.
Anzitutto facendo in modo che possano percepire la struttura come la loro casa, e non come un contenitore predeterminato al quale doversi adattare.
Questa prospettiva investe l’allestimento degli spazi, in particolare quelli personali, riconoscendo ai singoli la possibilità – appunto – di rendere personali gli ambienti, espressione della loro unicità, della loro storia personale, dei propri gusti e interessi.
Significa investire sulla personalizzazione dei servizi (affinché siano pensati o modificati partendo dalla persona e non viceversa), sulla possibilità di accogliere familiari e amici nella disponibilità di spazi dedicati e di tempo da gestire in autonomia. Significa favorire al massimo la capacità delle persone di autogestirsi, mantenendo e arricchendo la rete dei rapporti personali, i legami con il territorio, la possibilità non solo di ricevere, ma di contribuire al benessere della comunità presente nella casa ma anche quella che abita il territorio.
Valorizzando ad esempio le competenze personali, quelle che possono derivare dalle esperienze di lavoro maturate nel corso della vita o da hobby e passioni personali coltivati nel tempo; che possono essere reinvestite in una logica di “economia circolare”, anche con il coinvolgimento delle giovani generazioni (pensiamo a forme di scambio, ad esempio, con i bambini o con le scuole presenti nel quartiere; o all’organizzazione di eventi culturali aperti al territorio).
Il tema della salute è strettamente connesso a quello della cura.
È fondamentale però avere una visione integrale del concetto di salute e dunque di cura, che guardi a tutte le dimensioni che determinano la percezione di benessere da parte delle persone. Benessere che non deve essere frainteso con il semplice star bene ma anche con il come poter star bene attraversando l’esperienza del limite e della fragilità. Quindi attenzione alla cura del corpo che in questa fase della vita ne richiede di più, attraverso un’assistenza sanitaria garantita h24, spazi e attrezzature per l’attività fisica (ginnastica, yoga, pilates), attenzione all’alimentazione (non solo dal punto di vista della varietà dei cibi o della personalizzazione dei piani nutrizionali, ma anche della qualità e della sostenibilità delle materie prime: valorizzazione di prodotti naturali, km 0, biologico ecc). Cura per la salute si tradurrà anche in attenzione alla dimensione psicologica, intesa come sostegno al benessere personale, come accompagnamento e ascolto nei momenti di fatica, come promozione (della qualità) delle relazioni e della dimensione sociale e del senso di comunità all’interno della Residenza (attenzione alle dimensioni della gentilezza, dell’ascolto, del senso di solidarietà) e intorno alla Residenza (relazione con la rete territoriale dei servizi, delle istituzioni, delle associazioni).
La salute delle persone, in altre parole, si nutre anche del sentirsi parte, pienamente inseriti in una rete in cui si dà e si riceve, in cui non sentirsi soli in cui sentire di avere un ruolo attivo, in cui sapersi riconosciuti come portatori di risorse.
Promuovere questa dimensione potrà essere il contributo di uno/a psicologo/a di comunità.
Queste forme di attenzione rispondono a un concetto di cura come prevenzione e non solo come rimedio alla malattia.
Ma soprattutto derivano dalla logica cara alla psicologia della salute, che vede la salute non solo come assenza di malattia, ma come pieno sviluppo e benessere della dimensione fisica, mentale e sociale, secondo la definizione data dall’OMS.
Da ultimo, ma non per importanza, un’adeguata attenzione dovrebbe essere data alla dimensione spirituale, intesa come lo spazio personale all’interno del quale gli individui accedono al senso della propria esistenza e del proprio percorso di vita. Tutto questo non coincide necessariamente con l’adesione alle forme esplicite di una religione, ad esempio, e dovrà essere accompagnato con il massimo rispetto e apertura nei confronti dei vissuti e degli orientamenti di ciascuno.
Per concludere, un’attenzione specifica merita il tema della bellezza. Scegliere di porre al centro della propria visione progettuale il tema della bellezza, come il punto di fuga dal quale ogni scelta progettuale prende forma e misura, significa dar vita a qualche cosa che non miri esclusivamente al soddisfacimento di una serie di bisogni, per quanto essenziali;
ma aspiri a offrire alle persone qualche cosa che corrisponda invece all’ordine del desiderio, del senso, del pieno riconoscimento di sé in ciò che si vive. Dimensione della bellezza che passa anzitutto per la qualità dell’ambiente in cui si vive. E per l’attenzione prestata alle persone e alle relazioni all’interno della casa. E che si possa respirare un clima, un modo di essere, di stare e di stare insieme!
Speriamo quindi che La Residenza – Torlonia Senior Living possa rappresentare non solo un luogo in cui sono garantiti tutti i comfort e i servizi necessari, ma in primis quella dimensione di senso grazie alla quale le persone possano davvero aderire al tempo della loro vita, con aspirazioni, capacità di progettualità e senso di gratitudine. Tutto quanto contribuirà a comporre questo progetto dovrebbe corrispondere anzitutto a questa direzione.
Dott.ssa Maura Benedetti,
Psicologa clinica e di comunità, Esperta in Neuropsicologia e Neuroscienze cliniche
Via Alessandro Torlonia, 6
00161
Roma (RM)
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